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L’International Headache Society ha proposto degli obiettivi più ambiziosi per il trattamento preventivo dell’emicrania

Un Position Statement dell’IHS sottolinea l’importanza di considerare l’impatto dei sintomi residui dell’emicrania dopo trattamento sulla qualità di vita dei pazienti per implementare strategie preventive sempre più efficaci


L’avvento di nuovi farmaci per la prevenzione dell’emicrania ha portato a ipotizzare obiettivi ancora più ambiziosi per i pazienti che soffrono di questo disturbo.

A questo proposito si è espressa anche l’International Headache Society (IHS), che in un Position Statement sottolinea l’importanza di valutare l’impatto dei sintomi residui dopo trattamento dell’emicrania sulla vita dei pazienti.

Parallelamente ricorda come la prevenzione dell’emicrania debba essere volta a ridurre la frequenza, la gravità, la durata e il burden generale degli attacchi emicranici, per un miglioramento della qualità di vita.

Impatto dell’emicrania sulla qualità di vita:
- sintomi disabilitanti diversi dal dolore (nausea, fotofobia, fonofobia)
- minore produttività lavorativa
- riduzione coinvolgimento sociale e nei bisogni famigliari
- ansia anticipatoria degli attacchi

L’IHS ha identificato 4 componenti che possono portare all’avvio di un trattamento preventivo (è sufficiente la presenza di una sola di tali componenti). La prima prevede ≥4 giorni con emicrania al mese, soprattutto se la malattia si caratterizza per elevate gravità o durata o non risponde alla terapia in acuto. La seconda include una disabilità sostanziale o una compromissione funzionale dovuta alla malattia. Il grado di disabilità può essere valutato attraverso questionari validati come la Migraine Disability Assessment Scale (MIDAS), l’Headache Impact Test a 6 item e il Migraine Specific Quality of Life Questionnaire (MSQ). La terza componente è relativa alla frequenza del ricorso ai trattamenti in acuto (se elevata può portare a un sovrautilizzo di tali farmaci), mentre la quarta prevede un sollievo scarso o effetti collaterali intollerabili dei trattamenti in acuto.

Le linee guida dell’IHS identificano una riduzione ≥50% dei giorni con emicrania al mese come risultato in grado di definire responder al trattamento un paziente adulto con emicrania episodica o cronica. Tuttavia nel passaggio dai trial clinici alla real life ricorrere alla variazione percentuale della frequenza dell’emicrania come misura primaria del successo terapeutico potrebbe non essere efficace in quanto si sottovaluterebbe il peso dell’emicrania residua sulla vita del paziente. Per questo motivo il panel di autori del Position Statement citato propongono nuovi obiettivi nella prevenzione dell’emicrania. Il primo è definito libertà dall’emicrania, da intendere come completa assenza di giorni con emicrania o cefalea da moderata a grave in un periodo di 3 mesi. Il secondo è il controllo ottimale, definito come <4 giorni con emicrania o cefalea da moderata a grave al mese in un periodo di 3 mesi e con una risposta soddisfacente al trattamento in acuto (libertà dal dolore entro 2 ore dall’assunzione). Il terzo è il controllo parziale, ovvero 4-6 giorni con emicrania o cefalea da moderata a grave al mese, mentre il quarto – controllo insufficiente – prevede >6 giorni con emicrania o cefalea da moderata a grave al mese.

grafico

Modificato da Fig.2, Sacco S, Ashina M, Diener HC, et al. Cephalalgia. 2025;45(2):3331024251320608.


Anche questi potenziali nuovi criteri, tuttavia, potrebbero non essere applicabili nella loro totalità in pratica clinica. È infatti importante ricordare che deve essere ricercato un equilibrio ottimale fra miglioramenti dovuti al trattamento ed effetti collaterali del trattamento stesso. Inoltre il conteggio dei giorni con emicrania al mese dovrebbe essere accompagnato dai Patient Reported Outcome (PRO), registrati in particolare attraverso il Patients’ Global Impression of Change (PGIC), utile a offrire una stima della soddisfazione del paziente rispetto al trattamento e altri importanti outcome legati all’emicrania.

Forse questi nuovi obiettivi proposti saranno difficili da raggiungere nella real life, ma certamente agiranno da sprone per una gestione sempre più completa dell’emicrania.