Gli inalatori predosati pressurizzati (MDI) e quelli a polvere secca (DPI) sono i device più diffusi tra i soggetti con asma e BPCO, ma il loro utilizzo può variare ampiamente in questa popolazione.
Secondo uno studio prospettico, osservazionale, comparativo, condotto in Libano attraverso la somministrazione di un questionario specifico a 246 soggetti adulti con asma o BPCO, più di due pazienti su tre che utilizzano un DPI presentano una tecnica inalatoria adeguata, al contrario di chi utilizza un MDI, dove la percentuale scende al 38,4%.
Andamento simile si è registrato anche per l’appropriatezza nel posizionamento del device e nella tipologia di inalazione durante l’assunzione della dose, sempre a favore degli utilizzatori di DPI (100% vs 73,9% con MDI e 83,7% vs 61,2% con MDI, rispettivamente).
Ben l’87,3% e il 94,8% dei soggetti con DPI hanno ritenuto rispettivamente il device di facile utilizzo in generale e nel momento specifico dell’inalazione vs il 56,7% e il 53,6% dei soggetti con MDI (p=0,001 in entrambi i casi), a conferma della minore complessità di somministrazione associata ai DPI.
Sono stati rilevati anche degli errori comuni a entrambi i gruppi, come espirare prima della dose, trattenere il respiro dopo la dose, non attendere un minuto circa fra due dosi consecutive e fare dei gargarismi dopo l’assunzione di un corticosteroide. A questo proposito si deve però ricordare che poco meno della metà dei soggetti ha affermato di non aver ricevuto informazioni circa il corretto utilizzo del device da parte dello specialista. L’educazione e la ri-educazione sembrano quindi confermarsi una delle strategie più importanti per migliorare la tecnica inalatoria.