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Importanti evidenze supportano l’impiego di dexmedetomidina per prevenire il delirio in adulti e anziani in un setting chirurgico

Esistono interventi farmacologici e non farmacologici per prevenire il delirio, condizione che si associa a un aumento di mortalità, a un declino funzionale e cognitivo, a una maggiore durata dell’ospedalizzazione e a notevoli costi sanitari


Con il termine delirio si indica una disfunzione cerebrale acuta caratterizzata da un cambiamento repentino della performance cognitiva, in particolare attenzione e coscienza, dal corso fluttuante e che può essere dovuta a cause diverse, fra cui malattie acute, consumo o sospensione di farmaci, traumi e interventi chirurgici. Si riconoscono 3 sottotipi psicomotori di delirio: iperattivo, ipoattivo e misto.

Come accennato, una delle possibili cause di delirio è rappresentata dagli interventi chirurgici: l’incidenza di questa disfunzione varia dal 20% al 50% nei soggetti >60 anni sottoposti a chirurgia maggiore e la prevalenza in area critica si attesta al 31,8% a livello mondiale.

Un gruppo internazionale di esperti ha condotto una umbrella review di metanalisi dedicate agli interventi possibili per ridurre l’incidenza e la gravità del delirio, considerando anche la qualità e la certezza delle evidenze.

Il processo di ricerca (condotto su CINAHL, Embase, Medline, PsycINFO, Scopus, Ovid CDSR e COSMIN Database of Systematic Reviews) e selezione delle fonti ha portato all’identificazione di 59 metanalisi, per un totale di 485 studi randomizzati e controllati unici e più di 172mila pazienti.

Per la prevenzione del delirio sono stati valutati interventi farmacologici e non farmacologici. Nel primo caso dexmedetomidina sembra rappresentare l’approccio più promettente. Data la sua azione alfa-adrenergica, infatti, riduce l’attività del sistema nervoso simpatico, con conseguente riduzione del rilascio di neurotrasmettitori eccitatori, come la noradrenalina, nel cervello e riduzione dei livelli di attivazione e stress del paziente.

Dexmedetomidina, soprattutto se somministrata come dose da carico all’induzione dell’anestesia e poi in infusione continua durante l’intervento chirurgico, si è dimostrata superiore a placebo nel prevenire il delirio in soggetti adulti e anziani.

L’efficacia di dexmedetomidina si è mantenuta indipendentemente dalle condizioni sottostanti del paziente, dalla sua età e dal setting ospedaliero: una possibile spiegazione di quanto osservato potrebbe risiedere nel fatto che l’eccessivo impulso noradrenergico tipico del delirio possa essere trattato con agonisti selettivi dei recettori alfa-adrenergici che inibiscono il rilascio di noradrenalina.

Sempre tra gli interventi farmacologici, è stata osservata l’efficacia di antipsicotici di seconda generazione in pazienti adulti in setting chirurgici e di età non precisata, benché la forza delle evidenze sembri indicare un’efficacia da moderata a bassa.

Dexmedetomidina è spesso considerata un’alternativa alle benzodiazepine, ma queste ultime si sono mostrate potenzialmente pericolose in molte popolazioni di pazienti.

Per quanto concerne gli interventi non farmacologici, vi sono sempre maggiori evidenze a sostegno di una sedazione leggera rispetto a quella profonda per la prevenzione del delirio post-operatorio. Nei soggetti anziani si è dimostrata efficace anche l’associazione fra il Comprehensive Geriatric Assessment (CGA) e un insieme di interventi quali mobilizzazione precoce e gestione del dolore, degli aspetti nutrizionali e dell’idratazione.


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