Il monitoraggio rappresenta uno dei componenti principali della gestione dell’asma. I fattori da tenere sotto controllo sono diversi, come per esempio la risposta e l’aderenza al trattamento, l’andamento della patologia, le comorbilità, e non è ancora stata definita la strategia migliore per approcciarli.
Per questo motivo il gruppo di esperti Pediatric Asthma in Real Life (PeARL), in collaborazione con le principali organizzazioni internazionali professionali e di pazienti, ha sviluppato una serie di raccomandazioni dedicate proprio alla standardizzazione delle operazioni di monitoraggio.
Prendendo spunto da una ricerca degli unmet need a cui hanno risposto più di 1300 clinici a livello internazionale, da quanto presente in letteratura e sfruttando la metodologia Delphi per il raggiungimento del consenso, il gruppo ha prodotto 24 raccomandazioni.
In particolare si suggerisce che i bambini con asma lieve-moderato vengano visitati ogni 2-6 mesi e che ogni visita duri dai 10 ai 40 minuti. Frequenza e durata superiori sono invece previste per i bambini con asma grave.
Ad ogni visita si dovrebbero valutare i sintomi, il controllo di malattia (attraverso l’Asthma Control Test [ACT] e l’Asthma Control Questionnaire [ACQ]) e le comorbilità, così come l’aderenza al trattamento (tramite strumenti standardizzati) e la tecnica di inalazione, correggendo ove necessario.
Nei bambini di almeno 5 anni di età dovrebbe essere impiegata la spirometria per la valutazione della funzione polmonare, mentre in quelli in età pre-scolare si dovrebbe optare per tecniche che richiedono meno cooperazione da parte del paziente, come l’oscillometria e la pletismografia.
Per quanto concerne il trattamento, bisognerebbe tenere sempre in considerazione i potenziali effetti collaterali associati all’uso di steroidi e il possibile impatto di questi ultimi sulla crescita, da monitorare a ogni visita.
In caso di mancato controllo di malattia, deve essere valutata l’esposizione a irritanti clinicamente rilevanti, quali fumo, polvere e inquinanti ambientali, e, se vi è conferma di una sensibilizzazione ad allergeni clinicamente rilevante, deve essere verificato che siano adottate le misure necessarie per evitare il contatto con tali allergeni.
Infine, nei bambini in età scolare si suggerisce di valutare la qualità di vita attraverso questionari riconosciuti. Capita infatti di osservare che bambini simili tra loro per controllo dei sintomi e attività fisica riportino livelli di qualità di vita molto diversi, indicativi della presenza di fattori di natura più psicologica, come ansia, depressione e aspettative, che devono essere attentamente valutati e gestiti.