Ne deriva come avviare subito un paziente a un DPI o effettuare uno switch da MDI a DPI ove possibile dal punto di vista clinico potrebbe favorire l’ambiente e, parallelamente, supportare un miglior controllo dell’asma.
Nella scelta dell’inalatore deve ovviamente essere coinvolto anche il paziente. Nella maggior parte dei casi, inclusi i soggetti anziani o con una funzione polmonare ridotta, non vi sono impedimenti all’utilizzo dei DPI e gli MDI potrebbero essere riservati solo a quei pazienti che non riescono o sono riluttanti a utilizzare un DPI.
In un recente studio inglese solo il 6,3% dei pazienti valutati non era in grado di inalare abbastanza velocemente da utilizzare un DPI a resistenza elevata.
Perché il cambiamento di rotta sia davvero effettivo è necessario che le soluzioni sopra descritte vengano applicate al maggior numero possibile di pazienti. Come fare? Un primo passo prevede che le stesse linee guida di trattamento includano il tema della sostenibilità ambientale, evidenziando le differenze fra MDI e DPI a questo proposito, seguito dall’aumento dell’aderenza alle stesse da parte dei clinici.
Purtroppo l’organizzazione dell’ambulatorio spesso non consente di dedicare un tempo sufficiente alla valutazione della tecnica inalatoria del paziente, ma è importante ricordare che proprio tale valutazione, che si associa al controllo di malattia, può ridurre il numero di esacerbazioni, di ricorso ai SABA e di ospedalizzazioni, con un impatto globale positivo sulla salute ambientale.