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Dormire e pianificare le attività, anche se ridotte: sono queste le strategie messe in atto dai soggetti con BPCO per rispondere alla fatigue associata alla malattia polmonare

Uno studio descrittivo si è proposto di indagare più nel dettaglio quali siano le strategie di coping adottate dai soggetti con BPCO per contrastare la fatigue associata alla malattia. In genere si tratta di interventi per limitare lo “spreco di energie” (dormire, pianificare le attività), seguiti da soluzioni per distrarre la mente dalla condizione attuale


Nei soggetti con BPCO la fatigue rappresenta il secondo sintomo per importanza, dopo la dispnea. Si tratta di una sensazione complessa e multidimensionale che i pazienti descrivono spesso come stanchezza generale o mancanza di energia.

I sintomi associati alla fatigue includono dispnea, dolore, ansia, depressione e disturbi del sonno.

La presenza di fatigue ha un forte impatto sulla capacità dei pazienti di prendere parte e concentrarsi sulle attività della vita quotidiana in ambito lavorativo, famigliare e sociale. Interventi basati sull’esercizio fisico, la riabilitazione e l’applicazione di particolari tecniche di respirazione hanno dimostrato dei benefici nella gestione della fatigue associata alla BPCO, tuttavia si è osservato che i pazienti mettono in atto anche delle strategie di coping personali, spesso individuate in modo autonomo.

Al fine di conoscere meglio tali strategie – ancora oggi poco valutate – un gruppo di clinici ha condotto uno studio descrittivo e cross-sectional concentrandosi sul livello di fatigue e sulle strategie adottate da un gruppo di 62 pazienti trattati per BPCO in un centro ospedaliero turco tra marzo e giugno 2023.

A questi pazienti, che dovevano avere riportato fatigue nel mese precedente all’arruolamento e un punteggio ≥1 alla scala analogica visiva (VAS) per la fatigue, sono stati proposti 2 questionari e la VAS durante delle interviste faccia a faccia.

L’Individual Introduction Form , elaborato dai ricercatori sulla base della letteratura, si componeva di 19 domande utili a raccogliere informazioni circa le caratteristiche socio-demografiche dei pazienti, quelle della malattia (durata, presenza di altre malattie croniche, trattamenti) e quelle della fatigue (fattori che migliorano o peggiorano la condizione ed effetti sulla vita quotidiana).

Il Fatigue Intervention Form, anch’esso elaborato dai ricercatori sulla base della letteratura, si componeva invece di 14 domande volte a individuare le strategie di coping seguite dai pazienti.

Caratteristiche dei pazienti valutati

53,2% di età ≥51 anni
53,2% donne
72,6% sposato
80,6% con livello di istruzione pari alla scuola superiore
58,1% inoccupato
43,5% con BPCO da più di 1 anno ma meno di 5 anni

I dati raccolti indicavano che i pazienti si sentivano stanchi circa 5 giorni a settimana e che il livello di fatigue era moderato (VAS 6,91 ± 2,81). Inoltre la causa della stanchezza era da ascrivere allo stress per il 72,6% dei pazienti, alla malattia per il 48,4%, a disturbi del sonno per il 45,2% e all’età avanzata per il 40,3% dei pazienti.

A questo proposito si ricorda come la fatigue possa peggiorare con il progredire della malattia come potenziale conseguenza dell’ipossiemia, ma potrebbe dipendere anche da fattori quali anemia e infiammazione sistemica.

 

Conseguenze della fatigue riportate dai pazienti (%)

Irritabilità (77,4%)
Passaggio a uno stile di vita sedentario (72,6%)
Allontanamento dalla vita sociale (50%)
Rabbia (48,4%)
Riduzione/interruzione hobby (46,8%)
Richiesta di aiuto per le attività quotidiane (43,5%)

Per quanto concerne le strategie di coping, le prime 3 impiegate abitualmente sono risultate dormire (56,5%), fare una doccia calda (43,5%) e affrontare le proprie attività in modo pianificato (41,9%), mentre le prime 3 a cui si ricorreva in modo occasionale erano distrazioni (54,8%), esporsi alla luce solare (53,2%) ed esercizio fisico (46,8%).

Infine, mentre non si sono osservate differenze quando i pazienti sono stati confrontati per età, è emerso che le donne tendevano a sfruttare la pianificazione delle attività come coping più degli uomini e che i soggetti con un livello maggiore di fatigue ricorrevano più spesso all’uso di farmaci.

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