Le linee guida internazionali disponibili in letteratura lasciano dei margini di interpretazione e applicazione alle singole nazioni. A questo proposito un gruppo di esperti italiani ha ritenuto necessario implementare le correnti Surviving Sepsis Campaign: International Guidelines for Management of Sepsis and Septic Shock 2021 con un approfondimento sul ruolo della diagnostica microbiologica rapida nella riduzione del Turn Around Time (TAT) nella diagnosi di sepsi del paziente adulto.
Un gruppo di lavoro composto da esperti con competenze in anestesia e rianimazione, emergenza-urgenza, microbiologia, infettivologia e farmacologia (facenti parte di SIAARTI, AMCLI, SIM, SIMEU, SIMIT, SITA e SIF), quindi, ha effettuato una revisione della letteratura per giungere alla formulazione di una raccomandazione sul tema. Questa raccomandazione è stata poi sottoposta a un altro gruppo di esperti per valutarne il grado di consenso e, infine, a due revisori esterni per assicurare un’elevata qualità del risultato finale.
La raccomandazione formulata suggerisce l’utilizzo dei test laboratoristici rapidi per ridurre il TAT di identificazione dei patogeni e di antibiotico-suscettibilità rispetto alle metodiche convenzionali: in questo modo si potrebbe giungere a una precisa identificazione microbica, della sensibilità e della resistenza batterica agli antibiotici, così come adeguare la terapia empirica e iniziare una terapia mirata al microrganismo.
La limitazione dei tempi di diagnosi della sepsi si assocerebbe inoltre a una riduzione dei costi di gestione del paziente critico e, quindi, a un’assistenza ottimizzata e una durata di degenza ridotta del paziente settico.
Purtroppo il gruppo di lavoro ha segnalato anche gli aspetti che potrebbero ostacolare l’applicazione di tale raccomandazione, tra cui si citano resistenze culturali di tipo organizzativo, assenza di standardizzazione del servizio a livello nazionale e carenza di dotazioni strumentali, dispositivi e presidi.
Si segnala infine come secondo la valutazione GRADE la raccomandazione risulti debole. Ciò è dovuto soprattutto alla natura e alla qualità degli studi analizzati. Nella quasi maggioranza dei casi, infatti, i lavori sono in numero esiguo, osservazionali e mancano di omogeneità nella definizione degli outcome.
Una nuova revisione delle linee guida e di questa raccomandazione integrativa è prevista per il 2027, ma si potrà optare per un intervento solo parziale in caso di nuove evidenze scientifiche rilevanti o variazioni importanti nella prassi di pratica clinica.