Lo studio affronta un problema importante nel cancro alla prostata: come separare la forma a crescita lenta della malattia, che difficilmente causa danni, dal cancro più aggressivo, che necessita di un trattamento immediato. Il test, chiamato MyProstateScore2.0 o MPS2, analizza 18 diversi geni legati al cancro alla prostata di grado elevato. .
Per rendere MyProstateScore ancora più efficace nell’identificare i tumori di alto grado, i ricercatori hanno utilizzato il sequenziamento dell’RNA di oltre 58.000 geni e hanno ristretto il campo a 54 candidati sovraespressi in modo specifico nei tumori di alto grado. I ricercatori hanno testato i biomarcatori su campioni di urina raccolti e conservati all’U-M attraverso un altro importante studio, l’Early Detection Research Network del National Cancer Institute che comprendeva circa 700 pazienti che si erano sottoposti a una biopsia prostatica a causa di un livello elevato di PSA., dal 2008 al 2020, Questo primo passo ha permesso di restringere il campo a 18 marcatori che correlavano in modo coerente con la malattia di grado più elevato
Nello studio la coorte di sviluppo era composta da 761 uomini, mentre la coorte di validazione comprendeva 743 uomini. Lo studio ha scoperto che il nuovo test PCa a 18 geni aveva una maggiore accuratezza diagnostica per PCa di alto grado rispetto ai test sui biomarcatori esistenti. Con una sensibilità del 95%, il modello MPS2 avrebbe ridotto le biopsie non necessarie eseguite nella popolazione con biopsia iniziale dal 35% al 42% e nella popolazione con biopsia ripetuta dal 46% al 51%. Il nuovo test ha fornito accuratezza diagnostica, ridotto le biopsie non necessarie e mantenuto un rilevamento altamente sensibile dei tumori ad alto grado, riducendo così potenzialmente i potenziali danni dello screening del PCa preservandone i benefici a lungo termine.
Implicazioni cliniche del test urinario su 18 geni
Lo studio ha affrontato i limiti della mpMRI prebiopsia esistente, rivelando un valore predittivo negativo limitato e un'interpretazione soggettiva, rendendo difficile escludere tumori ad alto grado negli uomini con livelli elevati di PSA. L'articolo enfatizzava principalmente le implicazioni cliniche del test urinario a 18 geni, che aveva una sensibilità del 99% e valori predittivi negativi dal 95% al 99% per i tumori di GG 2 o superiore e il 99% per i tumori di GG 3 o superiore. L’uso di questo test avrebbe evitato in modo sicuro test aggiuntivi non necessari, come l’imaging e la biopsia, nel 35%-51% dei pazienti, pur mantenendo un’elevata sensibilità per i tumori ad alto grado che trarrebbero beneficio dalla diagnosi precoce.
Conclusioni e limiti dello studio
Lo studio ha concluso che il test urinario a 18 geni potrebbe rappresentare un miglioramento significativo nell'accuratezza del PCa di alto grado rispetto alle opzioni di test attualmente disponibili. I risultati suggeriscono che l’uso del test in pazienti con livelli elevati di PSA può ridurre i potenziali danni dello screening del cancro alla prostata preservandone i benefici a lungo termine. Lo studio ha inoltre riconosciuto i limiti riguardanti la diversità razziale nella popolazione in studio e ha riconosciuto la necessità di ulteriori studi per corroborare l’impatto positivo osservato del nuovo test delle urine a 18 geni. Nel complesso, il documento di ricerca ha fornito risultati dettagliati e implicazioni dello sviluppo e della validazione del test delle urine a 18 geni per il cancro alla prostata ad alto grado, evidenziandone il potenziale per affrontare i limiti dei metodi di screening del PCa esistenti. L'approccio completo e rigoroso dello studio fornisce preziose informazioni per migliorare la specificità e l'accuratezza dello screening del PCa.
Fonte: JAMA Oncol. 2024 Apr 18. doi: 10.1001/jamaoncol.2024.0455. Online ahead of print.