Condividendo fattori di rischio e meccanismi fisiopatologici, tra cui l’infiammazione sistemica e il danno endoteliale, la BPCO determina un aumento da 2 a 3 volte del rischio di sviluppare comorbilità cardiovascolari, tra cui scompenso cardiaco congestizio, coronaropatie, ictus ischemico e aritmie.
Ma qual è il rapporto tra malattie cardiovascolari ed esacerbazioni di BPCO? È questo l’oggetto dello studio internazionale EXACOS-CV, che ha incluso anche una valutazione real-world in Germania.
Lo studio tedesco, osservazionale e retrospettivo, ha considerato i dati estrapolati da un databaseassicurativo nazionale relativi a 126.795 soggetti con diagnosi di BPCO, di cui il 36,6% ha ricevuto diagnosi proprio al momento di avvio dello studio.
L’età media era di 66,5 anni, nel 60% dei casi si trattava di pazienti maschi e nel 21% dei casi i soggetti erano andati incontro ad ameno una esacerbazione nei 24 mesi precedenti l’avvio dello studio.
A un follow-up medio di 36 mesi, circa il 30% dei soggetti è stato interessato da una esacerbazione di grado moderato (ovvero che non ha richiesto ospedalizzazione), il 27% da una esacerbazione grave (con necessità di ospedalizzazione) e il 38,6% è andato incontro a un evento cardiovascolare grave non fatale (soprattutto scompenso cardiaco e coronaropatia acuta) oppure a morte in assenza di eventi cardiovascolari gravi.
In generale, nei soggetti che non hanno avuto esacerbazioni, il tempo mediano al primo evento cardiovascolare o alla morte è stato di 10,5 mesi, mentre in quelli che hanno avuto almeno una esacerbazione, il tempo mediano tra quest’ultima e l’evento cardiovascolare/morte è stato di 1 mese per la prima esacerbazione, 0,7 mesi per la seconda e 0,6 per la terza esacerbazione.
Inoltre il tasso di eventi cardiovascolari gravi/morte è rimasto aumentato nel corso dell’intero anno successivo a un’esacerbazione grave, con un valore massimo nei primi 7 giorni dall’esacerbazione stessa. Andamento simile si è osservato per il tasso di eventi cardiovascolari non fatali.
Considerati il fatto che, nel caso di esacerbazioni moderate, il rischio di un primo evento cardiovascolare grave/morte rimane aumentato per almeno 6 mesi e la frequenza con la quale i pazienti vanno incontro a esacerbazioni moderate, ne deriva come proprio la prevenzione delle esacerbazioni debba rappresentare una priorità nella gestione della BPCO.
Ma non solo. Il notevole aumento del rischio che si registra nell’immediato post-esacerbazione sottolinea l’importanza di un intervento proattivo nei pazienti che vanno incontro a un evento respiratorio acuto, così come la permanenza di un alto livello di rischio nel tempo indica la necessità di un monitoraggio prolungato e multidisciplinare per l’intero anno successivo all’esacerbazione.