Una recente review ha provato a sintetizzare quanto disponibile in proposito e tra le prime evidenze riportate vi è la differenza nella crescita e nello sviluppo polmonare tra maschi e femmine. Nel sesso femminile i polmoni sono più piccoli alla nascita e presentano meno bronchioli respiratori. Inoltre una inferiore resistenza delle vie aeree è stata registrata in feti femminili vs maschili nelle ultime fasi della gestazione. Nuove analisi di trascrittomica hanno identificato dei pathway associati allo sviluppo precoce dei polmoni e dei “sotto-stadi” molecolari divergenti per sesso che includono l’attivazione del gene per il surfattante, confermando la già osservata differenza proprio nel surfattante fra maschi e femmine.
A questo si deve aggiungere che estrogeni, progesterone e testosterone si dimostrano attivi a livello polmonare e che le vie aeree sono sensibili alle variazioni ormonali che si osservano durante le mestruazioni, la gravidanza e la menopausa. Nelle femmine il ciclo ormonale esercita un impatto sulle vie aeree già al momento della pubertà e un aumentato rischio di declino della funzione polmonare è osservabile in corso di menopausa, con il declino più pronunciato registrato nelle donne in transizione verso la menopausa e con la più bassa funzione polmonare durante l’infanzia.
Gli elementi legati al genere che hanno un impatto sulla BPCO sono vari, da quelli correlati all’identità a quelli relativi a fattori socioculturali, dai determinanti sociali di salute (educazione, situazione finanziaria, rapporti sociali) all’esposizione occupazionale, l’abitudine tabagica o al vaping, sino alle possibilità e modalità di accesso alle cure.
Per esempio le donne sembrano essere più suscettibili al fumo di sigaretta, con un rischio di ostruzione delle vie aeree che si presenta dopo aver consumato un numero inferiore di sigarette rispetto agli uomini e con una riduzione del rischio inferiore rispetto agli uomini a parità di tempo trascorso dalla sospensione del fumo.
La BPCO è la terza causa di morte nelle donne (6,2%) e la quarta negli uomini (5,2%).
A livello occupazionale, invece, è l’esposizione a vapori, gas, muffe e fumi a possedere effetti sesso-divergenti.
Infine si segnala come al momento non vi siano evidenze sufficienti a confermare un effetto sesso-specifico/divergente da parte degli interventi terapeutici, tanto che le linee guida non includono approcci sesso-specifici, e ciò è dovuto almeno in parte al disegno degli studi condotti, di potenza non sufficiente o con un basso numero di pazienti donne arruolate.