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La malattia di Parkinson non si associa solo a depressione, ma anche ad ansia e preoccupazioni nei soggetti con diagnosi recente e isolamento, e solitudine in quelli con malattia di più lunga durata

Uno studio che ha chiesto a numerosi soggetti con malattia di Parkinson di descrivere con le proprie parole i sintomi più fastidiosi associati alla malattia ha evidenziato la presenza di ansia e preoccupazioni per il presente (per es. cadute) e il futuro, frustrazione, isolamento e solitudine, tutti elementi in grado di influenzare negativamente la qualità di vita


Nei pazienti con malattia di Parkinson si tendono a valutare, anche attraverso specifiche scale, i sintomi depressivi, mentre quelli non depressivi ricevono meno attenzione.

Un gruppo di clinici ha quindi voluto fare luce su tali disturbi dell’umore e di ansia chiedendo a un gruppo di oltre 21mila soggetti con malattia di Parkinson (56% uomini, 71% di età 60-79 anni e 43% con diagnosi ricevuta entro i tre anni precedenti) di descrivere questi disturbi con le proprie parole.

Questi soggetti, che rappresentano una parte dei pazienti con malattia di Parkinson inclusi nella piattaforma di ricerca MJFF Fox Insight, hanno completato il Parkinson’s Disease Patient Reported Outcome of Problems (PD-PROP), ovvero un documento in cui potevano descrivere, con le proprie parole e senza limiti di lunghezza, i 5 problemi più fastidiosi, l’MDS-Unified Parkinson’s Disease Rating Scale II (MDS-UPDRS II), utile a valutare l’esperienza motoria nelle attività della vita quotidiana, e la Geriatric Depression Scale (GDS), quale elemento di confronto con i sintomi legati all’umore registrati con il PD-PROP. Il 93% dei pazienti ha compilato anche il questionario Euro-QoL.

Per descrivere i sintomi riportati dai pazienti sono state create 4 word cloud separate: in quella dedicata al tema ansia/preoccupazione, segnalato dal 20% dei pazienti, i termini più ricorrenti sono stati cadute, paura e futuro, mentre in quella dedicata alle emozioni negative in generale (segnalate dal 23% dei pazienti) sono stati frustrazione e imbarazzo. Allo stesso modo, nella word cloud dedicata a solitudine e isolamento (che ha interessato il 2% dei pazienti) sono emerse socialità e depressione, mentre in quella relativa a morte e ideazione suicidaria (<0,5% dei pazienti) si sono rilevati depressione e morire.

grafico

Modificata da Fig.1, Anderson KE, Marras C, Amara A et al. Parkinsonism Relat Disord 2025;130:107190


È stato inoltre osservato che i partecipanti che avevano ottenuto un punteggio alla GDS compatibile con la presenza di sintomi depressivi avevano una probabilità maggiore di riportare emozioni negative in generale, solitudine/isolamento e morte/ideazione suicidaria al PD-PROP (p<0,01 per ogni confronto).

Il punteggio medio all’Euro-QoL è stato di 75 (range 0-100) e punteggi mediani maggiori, indicativi di una migliore qualità di vita, sono stati registrati nei pazienti che non avevano segnalato depressione vs coloro che l’avevano indicata (p<0,0001), in quelli che non avevano riportato solitudine/isolamento vs chi li aveva riportati (p<0,0001) e in quelli che non avevano segnalato morte/ideazione suicidaria vs chi li aveva riportati (p<0,0001).


Punteggio Euro-QoL
Depressione
Riportata60
Non riportata80
Solitudine/isolamento
Riportato60
Non riportato75
Morte/ideazione suicidaria
Riportata40
Non riportata75

Altri risultati interessanti sono stati l’osservazione che il sesso femminile si associava a un maggior rischio di ansia/preoccupazione, emozioni negative in generale e solitudine/isolamento, oltre a quello di depressione, e che, all’aumentare degli anni dalla diagnosi, diminuiva il rischio di riportare ansia/preoccupazione rispetto ai pazienti con una diagnosi più recente, a indicare una sorta di “adattamento” del soggetto con malattia di Parkinson alla propria condizione con il passare del tempo. Una malattia di maggior durata, invece, si associava a una maggiore prevalenza di solitudine e isolamento.

Infine più del 20% dei soggetti che non risultavano interessati da sintomi depressivi alla GDS ha indicato i disturbi dell’umore non-depressione come uno dei sintomi più problematici associati alla malattia: i questionari comunemente utilizzati in pratica clinica per lo screening della depressione, pertanto, potrebbero non consentire di intercettare questi complessi cambiamenti emotivi rilevanti per la qualità di vita del paziente con malattia di Parkinson.

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