Altro aspetto interessante e che può avere delle ricadute sulla pratica clinica è l’osservazione che le persone facenti parte di minoranze etniche o che presentano specifiche condizioni per tutta la vita (per es. la sindrome di Down) vanno incontro a menopausa in più giovane età. È quindi importante che il clinico ne sia consapevole per una migliore presa in carico precoce.
Gli esperti hanno inoltre riscontrato come la prescrizione della terapia ormonale sostitutiva vari a livello di via di somministrazione, tipologia di ormoni, schedula e dose e durata individualizzate: tutte queste variabili possono influenzare i benefici e i rischi associati al trattamento. Se si considera, inoltre, che i benefici e i rischi dipendono anche dall’età all’avvio della perimenopausa e dai fattori di rischio propri del singolo, si può ben comprendere come la scelta finale debba essere disegnata sulla e con la singola paziente.
Allo stesso modo è importante discutere la continuazione o l’interruzione della terapia ormonale sostitutiva a ogni visita in quanto la condizione sociale e sanitaria della paziente, così come le sue preferenze, possono variare nel tempo.
Oggetto di approfondimento sono stati anche i sintomi genitourinari associati alla menopausa, come secchezza vaginale, dolore durante i rapporti e irritazione vulvovaginale. Nelle persone senza storia di carcinoma mammario, l’opzione più costo-efficace e generalmente suggerita di routine è l’estrogeno vaginale. Invece sono ancora limitate le evidenze relative all’uso dell’estrogeno vaginale in caso di menopausa e precedente carcinoma mammario: gli esperti hanno quindi raccomandato di effettuare delle valutazioni sulla sicurezza di tale intervento in termini di recidiva di malattia oncologica e nelle persone con un elevato rischio genetico di carcinoma mammario.