MAGAZINE DI AGGIORNAMENTO SCIENTIFICO
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Carcinoma prostatico: nuovi biomarcatori genetici e immunologici

L’articolo scientifico in questione comprende una revisione di vari studi di ricerca sugli approcci non invasivi per diagnosticare, stadiare e prevedere la prognosi del cancro alla prostata. Vengono evidenziati i limiti degli attuali metodi diagnostici, compresi gli esami sierici e istologici


Questa pubblicazione discute le sfide associate alle attuali strategie diagnostiche per il cancro alla prostata, il potenziale degli approcci non invasivi per la diagnosi precoce, la stadiazione e la prognosi della malattia. Gli autori classificano gli approcci non invasivi in tre sottogruppi: genetici (biomarcatori non codificanti e marcatori genetici), immunologici (cellule immunitarie, interleuchine, citochine, anticorpi e autoanticorpi) ed eterogenei (marcatori correlati al PSA, indici correlati al PHI e biomarcatori urinari). La revisione sottolinea i limiti delle attuali strategie diagnostiche basate sul siero, come la bassa specificità e sensibilità del PSA e la natura invasiva dell’esame istologico, e suggerisce la necessità di approcci non invasivi efficienti.

Gli autori discutono il potenziale dei miRNA come biomarcatori molecolari affidabili grazie al loro isolamento stabile da vari campioni biologici, alla relativa stabilità e alla resistenza alle condizioni di conservazione; inoltre valuta il potenziale degli lncRNA come biomarcatori unici con espressione specifica nel tessuto prostatico. La revisione evidenzia anche il potenziale dei biomarcatori immunologici, tra cui cellule immunitarie, interleuchine, citochine, anticorpi e autoanticorpi, come indicatori chiave della diagnosi e della progressione del cancro alla prostata. Gli autori sottolineano il potenziale della proteina mirata per Xklp2 (TPX2) come biomarcatore diagnostico, e discute il potenziale di vari biomarcatori sierici, compresi i marcatori correlati al PSA e il Prostate Health Index (PHI), nel migliorare l’accuratezza della diagnosi del cancro alla prostata rispetto ai marcatori tradizionali. La revisione sistematica e la meta-analisi hanno discusso il potenziale diagnostico del Prostate Health Index (PHI) nel rilevamento del cancro alla prostata. Nonostante l’uso frequente delle PHI in contesti clinici per identificare i pazienti ad alto rischio, non hanno ottenuto completamente l’accettazione tra le associazioni urologiche per sostituire gli approcci di screening tradizionali nei pazienti con cancro alla prostata. Sebbene diversi studi abbiano riscontrato che il PHID ha una superiorità rispetto al PHI nel rilevare il cancro alla prostata, sono stati ottenuti risultati controversi. Gli autori hanno inoltre esplorato il ruolo dell’antigene di membrana specifico della prostata (PSMA), della galectina-3 (Gal-3), dell’alfa-metilacil-CoA-racemasi (AMACR) come promettenti biomarcatori diagnostici e prognostici per il cancro alla prostata e del potenziale della fusione del gene TMPRSS2-ERG come biomarcatore del cancro alla prostata promettente ma non convalidato.

In conclusione, la revisione ha sottolineato l’elevato potenziale degli approcci genetici, immunologici ed eterogenei per la diagnosi precoce, la stadiazione, la stima della prognosi e la differenziazione della malattia nel cancro alla prostata. È stata raccomandata la creazione di un pannello di biomarcatori contenente due o più biomarcatori per fornire maggiore sensibilità e specificità nella diagnosi del cancro alla prostata. Lo studio ha evidenziato la necessità di ulteriori studi complementari, comprese revisioni sistematiche con una meta-analisi, per valutare l’efficacia dei biomarcatori discussi e ha sottolineato l’importanza di valutare biomarcatori nuovi e non invasivi in diverse popolazioni razziali con campioni di dimensioni più ampie. La revisione include studi sul valore diagnostico del 4Kscore, l'implementazione del 4Kscore come test secondario prima della biopsia prostatica, l'utilità clinica del 4Kscore® e della risonanza magnetica per la diagnosi precoce del cancro alla prostata ad alto grado e lo sviluppo di una strategia efficace per migliorare la rilevazione di cancro alla prostata significativo combinando il punteggio 4K e la risonanza magnetica multiparametrica. Nel complesso, l’articolo copre un’ampia gamma di approcci non invasivi e biomarcatori con potenziali implicazioni per migliorare la diagnosi e la prognosi del cancro alla prostata.

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