I pazienti con carcinoma prostatico a basso rischio vengono spesso inclusi in un programma di sorveglianza attiva. Tuttavia l’incertezza di questi pazienti legata all’efficacia della sorveglianza può determinare lo sviluppo di uno stato ansioso e quindi influenzare negativamente la qualità di vita.
L’attività fisica sembra associarsi a un minor rischio di progressione della malattia e potrebbe essere di utilità nella gestione dello stato di ansia.
Un gruppo di ricercatori ha quindi effettuato uno studio randomizzato e controllato per determinare l’effetto di un esercizio aerobico sulla fitness cardiorespiratoria, il peso corporeo e la qualità di vita in 51 uomini (26 inclusi nel programma di esercizi e 25 come gruppo di controllo, età media 62,9±6,8 anni) in sorveglianza attiva da almeno 33 mesi per adenocarcinoma alla prostata (stadio ≤T2 e PSA ≤15 ng/ml).
Gli esercizi consistevano in sessioni di 20-60 minuti di cammino, aumentate progressivamente nel corso delle settimane, da effettuare presso il proprio domicilio.
Al basale il gruppo che ha effettuato gli esercizi e quello di controllo mostravano valori simili di picco di volume di ossigeno (VO2) immesso durante l’attività fisica (28,0±4,4 e 27,8±4,4 ml/kg/min, rispettivamente).
Al follow-up a 16 settimane, quindi a completamento del ciclo di esercizi, invece, il VO2 di picco era aumentato a 31,9±4,7 ml/kg/min nel gruppo che si era sottoposto agli esercizi, mentre era diminuito a 27,2±4,8 ml/kg/min in quello di controllo (p<0,001).
Sempre a 16 settimane, i soggetti che avevano praticato attività fisica avevano perso 2,6 kg, mentre il peso di quelli del gruppo di controllo era aumentato di 0,26 kg (p=0,06).
Nello stesso intervallo di tempo, gli uomini che avevano effettuato gli esercizi avevano osservato una diminuzione del timore di recidiva della malattia tumorale e un aumento del punteggio legato all’ostruzione urinaria, indicativo di un minor fastidio. Risultati opposti si sono invece riscontrati nel gruppo di controllo.
Un programma di 16 settimane di attività fisica si è quindi dimostrato in grado di migliorare la fitness cardiorespiratoria in soggetti in sorveglianza attiva per carcinoma prostatico e ridotto la paura di recidiva: saranno importanti valutazioni future per individuare quegli adattamenti al programma utili a renderlo accettabile da diverse popolazioni di pazienti.