MAGAZINE DI AGGIORNAMENTO SCIENTIFICO
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Conservazione della funzionalità renale in pazienti cardiochirurgici con sindrome da bassa gittata cardiaca: levosimendan vs beta agonisti

L'obiettivo dello studio è valutare il possibile effetto renoprotettivo di levosimendan nei pazienti con sindrome da bassa portata cardiaca, a prescindere dall’effetto inotropo, in confronto con la terapia standard (beta agonisti)


La sindrome da bassa porta e l’insufficienza renale sono le complicanze più comuni e gravi post-intervento chirurgico. Le strategie cardioprotettive pre-operatorie e renoprotettive consistono nel mantenere la corretta perfusione degli organi e il corretto apporto di ossigeno ai tessuti. Levosimendan potrebbe esercitare un duplice effetto: sulla portata cardiaca grazie all’azione inotropa e sulla perfusione renale grazie all’azione vasodilatatoria sulle arterie in quanto apre i canali del potassio atp dipendenti. Inoltre, bloccando i canali del potassio atp dipendenti dei mitocondri, fornisce protezione renale in un rene ipoperfuso in seguito a ridotta portata cardiaca. lo studio è condotto in un arco temporale di circa tre anni sono stati arruolati 100 pazienti con sindrome da bassa portata cardiaca e vengono trattati con levosimendan o beta-agonisti.

i beta agonisti somministrati per il controllo emodinamico sono adrenalina o dobutamina, la noradrenalina è somministrata quando necessario. levosimendan è somministrato per 24 ore a una velocità di 0,1 mcg /kg/min. L’obiettivo terapeutico nei due gruppi è il raggiungimento di un indice cardiaco>2 l/ min/m2 e una saturazione venosa centrale>65% dopo rianimazione con i fluidi. I parametri misurati per la valutazione della funzionalità renale sono: la creatinina, lo stadio dell'insufficienza renale misurato con la scala del danno renale acuto, la diuresi, l’uso di diuretici (mg di furosemide) e la necessità di ricorso alla terapia renale sostitutiva. l'insufficienza renale (secondo la valutazione aki) persisteva alla dimissione solo in alcuni pazienti del gruppo trattato con beta agonisti e lo studio mostra differenze significative tra i due gruppi di trattamento (p <0,05). per nessuno dei pazienti si è ricorso alla terapia sostitutiva renale. Si osservano inoltre differenze significative a 48 ore dei livelli di creatinina, di diuresi e di punteggio aki tra il gruppo di pazienti trattati con levosimendan e gli altri due gruppi, e differenze significative alla dimissione tra il gruppo di pazienti trattati con levosimendan il gruppo di pazienti che ha sviluppato insufficienza renale (p <0,05).non ci sono differenze significative tra i gruppi in termini di parametri emodinamici alla diagnosi o dopo 24 ore dal completamento della terapia con levosimendan(p> 0,05). l'incidenza dell'insufficienza renale dopo 48 ore dal completamento del trattamento è statisticamente inferiore nei pazienti a cui è somministrato levosimendan inoltre il gruppo trattato con levosimendan presenta livelli sierici post-operatori di creatinina più bassi e una migliore velocità di filtrazione glomerulare. In conclusione, l'incidenza dell’insufficienza renale è diminuita con la somministrazione post-operatoria di levosimendan nei pazienti sottoposti a cardiochirurgia con sindrome da bassa porta cardiaca, rispetto ai pazienti trattati con beta agonisti.

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