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I risultati alla PET-PSMA combinati con i criteri PROMISE potrebbero rappresentare un nuovo biomarcatore prognostico di sopravvivenza globale nei pazienti con carcinoma prostatico

Due nomogrammi costruiti con i dati della PET-PSMA interpretati secondo i criteri PROMISE hanno dimostrato una performance uguale o superiore a quella di score di rischio clinico attualmente impiegati, ma servono studi più ampi per una loro validazione multicentrica e su particolari sottopopolazioni di pazienti


I criteri Prostate Cancer Molecular Imaging Standardized Evaluation (PROMISE) sono stati proposti per provare a standardizzare l’interpretazione dei reperti emersi alla PET che utilizza radiofarmaci per evidenziare l’antigene di membrana specifico della prostata (PET-PSMA).
Oggi, a più di 10 anni dall’introduzione della PET-PSMA e con numerosi dati di follow-up a disposizione, è possibile valutare anche il valore prognostico della stadiazione con PET-PSMA secondo PROMISE nel carcinoma prostatico.

È stato questo l’obiettivo di uno studio multicentrico retrospettivo tedesco che ha analizzato i dati di 2.414 pazienti con carcinoma prostatico in qualsiasi stadio confermato istologicamente (1.110 hanno costituito la coorte di sviluppo, 502 la coorte di validazione interna e 802 quella esterna) valutati con PET-PSMA. Più nel dettaglio, i risultati della tomografia sono stati combinati con quelli di mortalità raccolti nel più ampio registro nazionale tedesco per creare due nomogrammi, uno visivo, più semplice, e uno quantitativo.

Dati alla PET-PSMA + PROMISE di 2.414 pazienti con carcinoma prostatico per creare e validare due nomogrammi utili a predire la sopravvivenza globale

I predittori di sopravvivenza globale inclusi nel primo nomogramma sono stati le metastasi a distanza e la conta totale delle lesioni tumorali, mentre nel secondo sono stati inclusi le metastasi ai linfonodi locoregionali, le metastasi a distanza, il volume del tumore (in litri) e il valore medio standardizzato dell’uptake tumorale.

Quando si sono combinate le coorti di sviluppo e di validazione interna, il nomogramma quantitativo basato su PET-PSMA e PROMISE è risultato superiore allo score di rischio STARCAP per i pazienti con malattia agli stadi iniziali (p=0,018), allo score di rischio EAU a livello di recidiva biochimica (p< 0,0001) e dello score NCCN per tutti i gradi di stadiazione a livello di predizione della sopravvivenza globale (p< 0,001). È invece risultato simile al nomogramma GAFITA per il carcinoma prostatico ormono-sensibile metastatico (p=0,49) e quello resistente alla castrazione metastatico (p=0,20).

Per quanto concerne il nomogramma visivo basato su PET-PSMA e PROMISE, quest’ultimo è risultato superiore allo score di rischio EAU a livello di recidiva biochimica (p=0,0004) e allo score NCCN per tutti i gradi di stadiazione (p< 0,0001), mentre è risultato simile allo score di rischio STARCAP in caso di malattia agli stadi iniziali (p=0,74) e al nomogramma GAFITA per il carcinoma prostatico ormono-sensibile metastatico (p=0,66) e quello resistente alla castrazione metastatico (p=0,23).

In sintesi questi risultati sembrano indicare che la combinazione fra PET-PSMA e PROMISE possa rappresentare un biomarcatore prognostico affidabile negli stadi precoci e avanzati di carcinoma prostatico, consentendo così una nuova stratificazione di rischio pan-stadiazione per la predizione della sopravvivenza globale. Sulla scia di quanto emerso da questo studio, gli autori hanno intrapreso un nuovo lavoro (PROMISE-PET Registry), tuttora in corso, per una validazione multicentrica dei nomogrammi e l’analisi di specifiche sottopopolazioni di pazienti.

Confermato il valore prognostico di distribuzione della malattia, volume totale del tumore ed espressione del target alla PET-PSMA.

 

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