Disturbi d’ansia e depressione in adulti con malattie cardiovascolari: tassi di prevalenza ~40%.
Una recente review Cochrane ha voluto indagare in modo approfondito questo tema valutando gli effetti di vari interventi psicologici (vs assenza di interventi) in pazienti adulti con diagnosi di coronaropatia, insufficienza cardiaca o fibrillazione atriale su outcome psicologici (ansia e depressione) e clinici (mortalità per tutte le cause, ospedalizzazione, eventi avversi cardiovascolari maggiori).
La ricerca in letteratura ha portato all’identificazione di 21 studi clinici randomizzati (soprattutto americani ed europei) caratterizzati da una registrazione degli outcome per un minimo di 6 mesi dopo la randomizzazione. I pazienti totali sono stati 2.591, con un’età media fra 56 e 71 anni e di sesso femminile nel 14,3-58,1% dei casi, mentre gli interventi psicologici applicati sono stati la terapia cognitivo-comportamentale (in 14 studi), interviste motivazionali (in 2 studi) e mindfulness, terapia cognitivo-comportamentale sociale, terapia meta-cognitiva, desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari (EMDR) e coordinamento tra attivazione comportamentale e salute mentale (in 1 studio ciascuno).
La metanalisi a effetti casuali condotta su 20 studi (2.531 pazienti) ha evidenziato che gli interventi psicologici hanno determinato una riduzione moderata della depressione rispetto all’assenza di intervento nel medio termine, con una differenza media standardizzata pari a -0,36 (p=0,02), mentre una riduzione moderata dell’ansia nel medio termine è emersa da un’analisi pooled di 17 studi (2.235 pazienti), con una differenza media standardizzata pari a -0,57 (p=0,004).
Per quanto concerne gli altri outcome, da un’analisi pooled di 12 studi (1.454 pazienti) è emerso che gli interventi psicologici hanno portato a una riduzione moderata della componente mentale (MCS) della qualità di vita correlata alla salute rispetto all’assenza di intervento nel medio termine, con una differenza media standardizzata pari a 0,63 (p=0,05), mentre varie metanalisi a effetti casuali non hanno trovato evidenze a supporto dell’influenza degli interventi psicologici sulla componente fisica (PCS), sull’auto-efficacia a medio termine, sugli eventi avversi cardiovascolari maggiori a lungo termine e sulla mortalità per tutte le cause a medio e lungo termine.
Interventi psicologici in adulti con malattie cardiovascolari:
︎⬇︎ ansia
⬇︎ depressione
⬆︎ componente mentale di qualità di vita correlata alla salute
Infine, i 6 studi che hanno valutato l’accettabilità degli interventi psicologici proposti hanno riportato buoni tassi di aderenza (53-96,3%, media del 71,1% tra tutti gli studi).
Nel complesso, quindi, esistono prove di un effetto positivo degli interventi psicologici a livello di depressione, ansia e qualità della vita correlata alla salute in soggetti adulti con malattie cardiovascolari, ma l’eterogeneità statistica riscontrata non permette di definire in modo preciso il “peso” di tale beneficio. L’implementazione di interventi psicologici multifattoriali sembra comunque un’opzione promettente per tenere conto e incorporare le esigenze e le preferenze dei pazienti.