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L’asse microbioma-intestino-cervello riveste un ruolo importante nello sviluppo della cefalea

Una review della letteratura ha confermato il legame bidirezionale esistente fra microbioma intestinale, stato di salute e sviluppo di cefalea, che si basa sulla presenza di diversi ormoni, citochine, neurotrasmettitori e prodotti derivati dal microbioma stesso


Recenti evidenze sembrano indicare che le abitudini alimentari e la salute intestinale rivestano un ruolo importante nello sviluppo e nella gravità degli attacchi di cefalea.
Un gruppo di clinici ha quindi condotto una revisione della letteratura al fine di approfondire il legame esistente fra cefalea, dieta e microbioma intestinale.

Poiché l’asse microbioma-intestino-cervello include il sistema immunitario del tratto gastrointestinale, il sistema enterico nervoso e neuroendocrino, il sistema nervoso centrale e il microbioma intestinale, che interagiscono fra loro in modo bidirezionale, si può ben comprendere come una disbiosi intestinale possa influenzare la salute neurologica attraverso diversi meccanismi: regolando la produzione di citochine pro-infiammatorie e l’attività immunitaria, modificando la produzione di neurotrasmettitori (come GABA e serotonina), modulando la formazione di metaboliti batterici (come gli acidi grassi a catena corta) e interferendo con il nervo vago afferente e i neuroni sensoriali della colonna vertebrale.

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Inoltre proprio i metaboliti, i neurotrasmettitori e i neuromodulatori che derivano dal microbioma intestinale agiscono come regolatori della sensibilizzazione periferica, calibrando in modo diretto o indiretto l’eccitabilità dei neuroni nocicettivi primari e la sensazione di dolore. Ma non solo. L’ambiente pro-infiammatorio generato dalla disbiosi può determinare un aumento della permeabilità intestinale e il passaggio di molecole infiammatorie nella circolazione sistemica, con successiva stimolazione del sistema trigemino-vascolare e delle fibre sensoriali afferenti della colonna vertebrale.

Sempre nell’ambito del rapporto bidirezionale, bisogna poi ricordare che la cefalea può modificare le abitudini alimentari, per esempio riducendo l’assunzione di cibo durante gli attacchi o limitando le tipologie di alimenti assunti, esacerbando la condizione esistente.


Come intervenire?

Non esiste una “dieta per la cefalea” in quanto l’effetto delle abitudini alimentari sulla cefalea è influenzato da aspetti genetici, ambientali, legati allo stile di vita e, non da ultimo, dalla composizione del microbioma intestinale, unica per ciascun individuo. È quindi necessario un approccio personalizzato che, attraverso un attento monitoraggio, sia in grado di individuare quegli interventi alimentari utili a raggiungere i migliori risultati minimizzando i potenziali rischi.

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