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Le emicranie con aura non sono tutte uguali: conoscerle per diagnosticarle correttamente

Una review ha raccolto le evidenze oggi disponibili in merito ai diversi sintomi che si possono associare all’aura, dai più classici sintomi visivi, sensoriali e di linguaggio a quelli più rari motori o legati al tronco encefalico


La presentazione clinica dell’emicrania con aura, che colpisce circa il 30% dei soggetti emicranici, cambia con l’età: infatti mentre il mal di testa tende e diminuire nel tempo, i sintomi dell’aura, in particolar modo quelli visivi, possono diventare più pronunciati.

L’emicrania si configura come la seconda causa di anni vissuti con una disabilità a livello mondiale.

Ma non solo: la relazione tra mal di testa e aura può variare in modo significativo tra i singoli individui e anche nella stessa persona.

Quindi come è possibile definire in modo preciso l’aura, anche per favorire la corretta diagnosi di emicrania con aura? Un gruppo di clinici ha provato a rispondere effettuando una revisione della letteratura e tenendo conto della distinzione operata dall’International Classification of Headache Disorders (ICHD-3).

Secondo l’ICHD-3 l’emicrania con aura tipica si caratterizza per sintomi visivi (nel 90% dei casi), sensoriali e/o di linguaggio, ma non legati a una debolezza motoria.

Più nel dettaglio, i sintomi visivi possono durare da 5 minuti a più di 1 ora e generalmente si presentano come scotomi scintillanti, spettro di fortificazione, luce tremolante, vista annebbiata e lampi di luce. Sfortunatamente non vi è un consenso sulla terminologia da applicare ai sintomi di base dell’aura visiva, pertanto il clinico può trovarsi a dover “decifrare” quanto descritto dal paziente, con tutti gli inconvenienti del caso. Per cercare di ovviare a tale situazione, un gruppo di clinici ha creato la Standard Migraine Aura Iconography (SMAI) che, nella versione più aggiornata (SMAI 2.0), contempla 26 elementi.

I sintomi sensoriali interessano circa il 30% dei pazienti con aura, mentre quelli legati al linguaggio circa 1 paziente su 7; entrambi hanno una durata mediana di 20 minuti.

I primi si presentano generalmente come sintomi positivi, per esempio parestesie (spesso definite formicolio) del viso, del braccio e/o della mano che si diffondono gradualmente verso le aree adiacenti al punto in cui si sono manifestate inizialmente. I sintomi legati al linguaggio, invece, sono unilaterali e tipicamente riconoscibili come afasia non fluente; nel 30% dei casi si può osservare anche disartria.

È diffusamente ritenuto che i primi sintomi dell’aura a comparire siano quelli visivi, seguiti da quelli sensoriali ed, eventualmente, quelli legati al linguaggio, riflettendo la presunta propagazione anteriore della depressione corticale diffusa, elemento che spiega la fisiopatologia dell’emicrania con aura.

Sintomi dell’aura meno comuni possono svilupparsi dal tronco encefalico o presentarsi come debolezza motoria: in quest’ultimo caso si parla di emicrania emiplegica.

Per porre diagnosi di emicrania con aura da tronco encefalico devono essere presenti almeno due dei seguenti sintomi: disartria, disturbi vestibolari, tinnito, iperacusia, diplopia, atassia non dovuta a deficit sensoriali, un momentaneo abbassamento del livello di coscienza, senza sintomi motori o retinici. Questa tipologia di aura può durare da 5 a 60 minuti.

La debolezza motoria tipica dell’emicrania emiplegica, invece, si protrae per non più di 72 ore. L’aura motoria spesso si manifesta come debolezza unilaterale che peggiora nei minuti seguenti fino a coinvolgere il viso o l’arto ipsilaterali. Si aggiungono poi emi-anopsia, atassia, fatigue e disturbi sensoriali, che possono durare dai 20 ai 60 minuti.

L’ICHD-3 riconosce anche l’emicrania retinica, ma il riscontro in pratica clinica dei sintomi visivi associati è estremamente raro.

Districarsi fra le varie tipologie di aura potrebbe quindi rivelarsi particolarmente complicato: un aiuto in tale senso potrebbe venire dal neuroimaging, in particolare dalla risonanza magnetica strutturale, che in caso di aura evidenzia iperintensità della sostanza bianca, e dal neuroimaging funzionale a riposo, utile per identificare le aree cerebrali coinvolte nello sviluppo e nella progressione dell’aura. Tecniche elettrofisiologiche come EEG, potenziali evocati visivi e stimolazione magnetica transcranica permettono invece di osservare come il cervello reagisce allo stimolo sensoriale.

Sempre a proposito di difficoltà diagnostiche, è essenziale distinguere l’emicrania con aura da condizioni che possono mimarne i sintomi. In questo caso è importante valutare la durata totale dell’aura, la sequenza e la qualità dei sintomi, la loro progressione graduale e il loro legame con il mal di testa.

 
Diagnosi differenziale di emicrania con aura
Disturbo/condizioneSintomi comuni
Ictus, attacco ischemico transitorioEmi-anopsia, emiparesi, emi-anestesia, afasia
Epilessia focaleParestesia unilaterale, mioclono, elementi ripetitivi/stereotipati
Angiopatia cerebrale amiloideDeclino cognitivo, elementi ricorrenti/stereotipati
Glaucoma ad angolo chiusoPerdita acuta della visione monoculare, grave dolore all’occhio, mal di testa, nausea, vomito
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