Resistenza ai farmaci nell'epilessia

Si stima che la resistenza ai farmaci colpisca circa un terzo degli individui con epilessia, ma la sua prevalenza differisce in relazione alla sindrome epilettica, alla causa dell'epilessia e ad altri fattori come l'età di insorgenza delle crisi e la presenza di deficit neurologici associati. Dopo che due farmaci antiepilettici usati in modo appropriato non sono riusciti a controllare le convulsioni, gli individui dovrebbero essere indirizzati quando possibile a un centro completo per l'epilessia per la rivalutazione diagnostica e la gestione mirata. 

Non sorprende che i principali sforzi di ricerca si concentrino sul miglioramento della nostra comprensione dell'epilessia resistente ai farmaci e dei suoi meccanismi e sullo sviluppo di strategie con cui l'epilessia resistente ai farmaci può essere prevista, prevenuta e superata. le strategie perseguite per sviluppare terapie efficaci continuano, e includono affrontare i processi putativi di resistenza ai farmaci, che includono l'infiammazione del cervello e i meccanismi di epilettogenesi e progressione della malattia. Da notare che l'uso precoce di terapie che mirano alle cause alla base dell'epilessia potrebbe potenzialmente sopprimere non solo l'epilettogenesi ma anche le comorbidità invalidanti.

I trattamenti medici attualmente in fase di sviluppo clinico includono non solo nuove entità chimiche o biologiche ma anche farmaci riproposti. Alcuni dei trattamenti in esame, come la terapia genica (ETX-101) e gli oligonucleotidi antisenso che sovraregolano l'espressione allelica sana (STK-001), utilizzano paradigmi completamente nuovi. Altri sforzi di ricerca si concentrano sull'esplorazione dei potenziali vantaggi della combinazione di farmaci con meccanismi d'azione complementari. Un approccio applicato con successo in oncologia e malattie infettive. Le strategie per migliorare l'efficacia o ridurre la tossicità dei farmaci antiepilettici esistenti non vengono trascurate. Un esempio è una nuova formulazione di acido valproico infuso attraverso un sistema di consegna intracerebroventricolare impiantato. Sono inoltre allo studio sistemi farmacologici a circuito chiuso per la somministrazione locale di farmaci antiepilettici non appena viene rilevata o prevista l'attività convulsiva, nonché modi per migliorare l'identificazione dei candidati chirurgici e l'efficacia delle procedure chirurgiche e delle tecniche di neurostimolazione. La ricerca sui meccanismi di resistenza ai farmaci e sulle nuove terapie sta progredendo rapidamente e trattamenti potenzialmente migliorati, compresi quelli mirati alla modifica della malattia, sono all'orizzonte. Grazie a nuovi paradigmi per lo sviluppo del trattamento e a uno sforzo coordinato da parte delle parti interessate, è probabile che i risultati per le persone con epilessia resistente ai farmaci migliorino in un futuro non troppo lontano.