Dopo un tumore alla prostata, molti uomini si trovano a fare i conti con una sfera della vita spesso trascurata: la sessualità. Le terapie oncologiche possono influire in modo significativo sulla funzione erettile, sul desiderio, sulla soddisfazione e sull’intimità di coppia. Il declino della funzione erettile – il fattore più frequentemente associato alla disfunzione sessuale – può progredire nel tempo e persistere anche a 15 anni di distanza da prostatectomia o radioterapia, sebbene l’età possa rappresentare un fattore contributivo. Anche altri elementi, come la riduzione del desiderio sessuale, le alterazioni dell’eiaculazione e/o dell’orgasmo e i cambiamenti nella relazione con il partner, concorrono alla compromissione della funzione sessuale.
La gestione attuale della disfunzione sessuale negli uomini con tumore alla prostata si basa prevalentemente su interventi farmacologici volti a contrastare gli effetti fisiologici diretti dei trattamenti oncologici sulla funzione erettile. Tuttavia, la disfunzione sessuale è un fenomeno complesso, in cui intervengono anche fattori fisici, psicologici e relazionali legati alle terapie. È rilevante sottolineare che la maggior parte degli uomini riferisce di non ricevere interventi adeguati a supportare la funzione sessuale dopo i trattamenti per il tumore prostatico.
L’esercizio fisico rappresenta una potenziale strategia terapeutica, in quanto può contrastare gli effetti collaterali, come la femminilizzazione del corpo, la perdita di massa e di forza muscolare, il declino della funzionalità fisica legato alla terapia di deprivazione androgenica e quelli psicologici associati alla disfunzione sessuale. Inoltre, l’attività fisica può favorire una maggiore percezione della propria mascolinità e contribuire al mantenimento della libido.
Galvão et al., in uno studio pubblicato su JAMA Network Open nel 2025, hanno condotto il primo trial clinico randomizzato volto a valutare la funzione sessuale come esito primario in uomini con tumore alla prostata, nell’ambito di un intervento basato sull’esercizio fisico associato a una breve educazione psicosessuale con approccio di self-management.
Lo studio, che ha coinvolto 112 pazienti, ha evidenziato come l’esercizio fisico migliori significativamente la funzione erettile rispetto alla sola assistenza standard. L’aggiunta del supporto psicosessuale non ha determinato benefici aggiuntivi.