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Uno studio ha evidenziato come quasi la metà dei pazienti italiani con BPCO analizzati senza storia di esacerbazioni sia andata incontro a esacerbazione durante 3 anni di follow-up

Un recente studio ha fornito per la prima volta una panoramica dettagliata sul peso delle esacerbazioni nei pazienti italiani con BPCO attraverso dati di real life: un rischio basso di esacerbazioni non mette al riparo da un potenziale aggravamento delle stesse in futuro ed è stata osservata una forte associazione fra mortalità e comorbilità cardiovascolari


In Italia la stima della prevalenza di BPCO varia dal 2,6%, quando valutata in survey dirette ai pazienti, al 3,01% registrato nelle cure primarie; la malattia interessa circa 3,5 milioni di adulti, tanto da essere la sesta in ordine di prevalenza fra le malattie croniche.

BPCO in Italia: circa 3,5 milioni di pazienti adulti.

Qual è il profilo clinico del paziente italiano con BPCO? Lo studio DescribinG bUrden of COPD and occurrence of mortaLity in a cohort of Italian Patients (GULP), multicentrico, osservazionale, retrospettivo e di coorte ha provato a dare una risposta.

Nel dettaglio, sono stati analizzati i dati, raccolti in un database multicentrico recentemente divenuto il Registro italiano della BPCO, di 1.111 pazienti con BPCO, in maggioranza maschi (circa 73%), di età mediana pari a 76 anni , con un BMI mediano di 26,5 kg/m2 e nel 70% dei casi fumatori attivi (mediana di 40 pacchetti-anno). Inoltre, secondo le linee guida GOLD 2016 e 2017 la maggior parte di pazienti (46,4% e 41,4%, rispettivamente) rientrava nel gruppo GOLD D.

Prima della data considerata quale data indice dell’osservazione, il 41,5% dei pazienti era già andato incontro a esacerbazioni. Durante il follow-up di 3 anni la maggior parte di questi pazienti è stata interessata da esacerbazioni moderate (37,3%, 41,4% e 40% per anno di follow-up), mentre il numero di pazienti in cui si sono registrate esacerbazioni gravi è stato inferiore e pressoché uniforme durante il follow-up (17,8%, 18,9% e 15,3%).

Tra i pazienti senza storia di esacerbazioni precedenti, invece, il >45,5% è andato incontro a esacerbazioni durante il follow-up, il 30,6% delle quali era grave.

grafico

Elaborazione grafica da testo, Santus P, Di Marco F, Braido F et al. Int J Chron Obstruct Pulmon Dis. 2024;19:607-18


Sempre a questo proposito, i pazienti con esacerbazioni frequenti nell’anno precedente l’avvio dell’osservazione sono stati interessati dal maggiore numero mediano di esacerbazioni moderate durante il follow-up rispetto agli altri pazienti (p<0,001) e il 18,5% dei pazienti che erano andati incontro a una sola esacerbazione moderata sempre nell’anno precedente l’osservazione presentava un’esacerbazione grave durante il follow-up.

Nel corso dei 3 anni di follow-up è deceduto il 13,3% dei pazienti valutati: in generale si trattava di pazienti più anziani, più fumatori e con una condizione peggiore a livello di ostruzione e inflazione polmonari rispetto ai soggetti che hanno completato il periodo di osservazione.

Tra le comorbilità registrate, quelle cardiovascolari sono state le più frequenti. Da notare anche come proprio tali comorbilità abbiano avuto una prevalenza maggiore nei soggetti deceduti durante il follow-up rispetto agli altri: 27,2% vs 14,2%; p<0,0001 per l’insufficienza cardiaca cronica e 28,1% vs 17,3%; p=0,006 per l’ischemia cardiaca.

In sintesi, la fotografia che emerge da questo studio descrive una popolazione affetta da BPCO anziana e con comorbilità che possono rendere difficile la gestione della malattia polmonare. Inoltre anche i pazienti con un basso rischio di esacerbazioni sono esposti a un rischio significativo di esacerbazioni moderate o gravi con il passare del tempo. Infine non bisogna dimenticare la forte associazione fra mortalità e insufficienza cardiaca e malattia ischemica.

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